Memoria e Tradizione

“A memoria d’uomo da sempre in Valgrisenche si lavora al telaio”  J.S. Frassy

Una recente ricostruzione storica, racchiusa nel libro “Lo Drap: l’anima tessile di una comunità”, ha dimostrato come l’arte della tessitura a telaio si sia sviluppata a Valgrisenche almeno a partire dalla fine del 1700, arrivando a connotare un’intera comunità, quella dei Vagrézen, che videro via via diventare il loro paese il Pays des tisserands.
Nel passato, tutta la famiglia era impegnata nell’attività di tessitura, che si svolgeva prevalentemente nella stalla, luogo ottimale in cui collocare il telaio, poiché risultava più spazioso e caldo della casa. Non solo, l’umidità presente nella stalla permetteva di lavorare meglio la lana.

Era la mamma che ordiva, avevamo quelle piccole cassette (…) e mettevamo dentro i gomitoli e l’arcolaio in mezzo alla stalla e noi, ci sedevamo sopra; la mamma lo girava e ci faceva divertire e così abbiamo imparato come si faceva”

Tisserands-0076

La tessitura a telaio, poi, era svolta dal papà, impegnando così tutta la famiglia nella produzione di un tessuto perfetto per il confezionamento di abiti e coperte per proteggersi dai duri inverni di Valgrisenche. Nel fine settimana, invece, quando la strada lo permetteva, il DRAP veniva caricato sul dorso dei muli per essere portato a valle, dove veniva venduto.

tisserands-reperto-storico

Il Pays des tisserandssubì un drastico cambiamento negli anni ’50 del ‘900 quando, per via dello spopolamento dovuto alla Seconda Guerra Mondiale e, soprattutto, alla costruzione della diga di Beauregard. Con la costruzione di quest’opera, infatti, sette villaggi vennero sommersi ed i loro abitanti furono costretti ad abbandonare le loro case. Il 1950 segnò però un altro momento di svolta, poiché morì l’ultimo tisserand di Valgrisenche, Joseph Julien Frassy.

L’amore per questa terra e questo mestiere, però, impedirono che il patrimonio di conoscenze andasse perso. Il merito è senza dubbio da attribuire al figlio di Joseph Frassy, Jean Sulpice che, grazie al sostegno delle amministrazioni regionale e comunale seppe mantenere viva quest’antica tradizione.